Mi sembra sia in atto una trasformazione profonda e continua, ma soprattutto silenziosa nel modo in cui interagiamo con la tecnologia, una sorta di rivoluzione che va oltre i singoli aggiornamenti eclatanti di strumenti come ChatGPT o di qualsiasi altro tipo di IA.

Mentre l'entusiasmo per le nuove funzionalità dell'IA è comprensibile, il vero cambiamento risiede nella progressiva integrazione di queste innovazioni nella vita quotidiana. Questo processo, seppur impercettibile, sta modificando il nostro approccio alla risoluzione dei problemi e all'accesso alle informazioni.


A questo punto non è difficile prevedere questo tipo di percorso:

  • Dal digitare al parlare: l'interazione con la tecnologia si è evoluta dalle query digitate su Google alle richieste vocali agli assistenti virtuali. (Le query sono le richieste di informazioni)

  • Verso l'interazione vocale naturale: l'ultima fase di questa evoluzione è il passaggio dal prompt scritto all'interazione vocale naturale, come dimostra la "Modalità vocale avanzata" di ChatGPT.

  • "Promptpensiero": il futuro potrebbe vedere l'interazione basata sul pensiero, in cui la tecnologia anticipa le nostre esigenze e fornisce risposte pertinenti prima ancora che le formuliamo esplicitamente. 


L'intelligenza artificiale si sta fondendo sempre più con le nostre attività quotidiane, creando sistemi ibridi che non solo rispondono alle richieste esplicite, ma imparano a interpretare le intenzioni e a fornire informazioni in modo proattivo.

Esempio: previsioni viabilità

  • Ieri: ricerca su Google "traffico Verona domani".

  • Oggi: richiesta vocale "Come sarà la viabilità domani a Verona?".

  • Domani: l'IA anticipa il bisogno e fornisce le informazioni sulla viabilità senza una richiesta esplicita. 


È fondamentale rimanere consapevoli e critici durante questa rivoluzione silenziosa, siamo costretti. Lo sviluppo di questa nuova tecnologia è uno strumento potente, ma il suo utilizzo e la sua evoluzione dipendono dalle nostre scelte (e la filmografia sul tema è zeppa di esempi anticipatori). Dobbiamo plasmarla attivamente per soddisfare le nostre esigenze e i nostri valori. 


Alla fine ritengo che la vera rivoluzione non risieda nei singoli aggiornamenti tecnologici, ma nel modo in cui stiamo ridefinendo il nostro rapporto con la tecnologia. Mentre progrediamo, dobbiamo essere consapevoli dell'importanza di educare le generazioni future a un uso critico e riflessivo della tecnologia. Questa questione è fondamentale per preparare a capire, valutare e, quando necessario, sfidare le innovazioni tecnologiche che influenzeranno la vita di chi verrà dopo di noi.

Non si tratta solo di essere curiosi, ma anche di essere capaci di analizzare criticamente i cambiamenti, comprendendone le implicazioni etiche, sociali e personali. Le generazioni future dovranno essere in grado di distinguere tra progresso che migliora realmente la qualità della vita e soluzioni che invece possono creare nuove dipendenze.

Credo che per raggiungere questo obiettivo sia essenziale promuovere l'educazione digitale fin dalla giovane età, affiancando alle competenze tecniche anche quelle etiche e critiche. La nostra responsabilità è quella di trasmettere non solo conoscenze, ma anche valori, aiutando i più giovani a comprendere che ogni interazione con la tecnologia ha un impatto.

E comunque c’è già chi parla della nascita di una nuova era per l’umanità. Sam Altman, amministratore delegato di chatGPT e co-fondatore di OpenAI ha recentemente rilasciato una propria riflessione a riguardo. 

Se ti interessa la puoi trovare a questo link,  e comunque ti rimando a un altro post dove l'ho riportata tradotta integralmente e schematizzata.

In ogni caso di seguito te la riassumo:

Altman discute le incredibili potenzialità dell'intelligenza artificiale (IA) nel migliorare la nostra vita nei prossimi decenni, paragonando il futuro all'apparizione di una sorta di "magia" per le generazioni passate. Sostiene che l'IA, grazie ai progressi del deep learning, offrirà strumenti per risolvere problemi complessi e aumentare il benessere globale, portando a una nuova età dell'Intelligenza. Gli esseri umani potranno beneficiare di assistenti personali IA, tutor virtuali, e soluzioni avanzate per l'istruzione e la salute.

Pro: l'IA porterà una prosperità diffusa, migliorando la vita di tutti, e permetterà scoperte eccezionali, come la colonizzazione spaziale e la soluzione dei problemi climatici. Inoltre, la tecnologia potrà ottimizzare le nostre capacità creative e lavorative.

Contro: c'è la possibilità di una distribuzione ineguale delle risorse legate all'IA, rischiando di trasformarla in uno strumento esclusivo dei più ricchi. Altman avverte anche che l'IA potrà influire sui mercati del lavoro, creando incertezze sulle occupazioni del futuro. Pertanto, occorre agire con saggezza per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.

Concludendo: la sfida di noi insegnanti? Cercare di fornire ai nostri alunni gli strumenti che permettano loro di decidere come orientarsi in questo panorama complesso. Ma attualmente possediamo le competenze per poterlo fare? Tu che dici? 



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